Qui ad Atene noi facciamo così
Il pezzo è vecchio (del 461 a.C.), ed è stato ripreso da Paolo Rossi parecchi mesi fa (quando ancora non si era partiti con Midbar’s Blog). A me comunque piace inserirlo in questi appunti.
Qui ad Atene noi facciamo così.
Qui il nostro governo favorisce i molti invece dei pochi: e per questo viene chiamato democrazia.
Qui ad Atene noi facciamo così.
Le leggi qui assicurano una giustizia eguale per tutti nelle loro dispute private, ma noi non ignoriamo mai i meriti dell’eccellenza.
Quando un cittadino si distingue, allora esso sarà, a preferenza di altri, chiamato a servire lo Stato, ma non come un atto di privilegio, come una ricompensa al merito, e la povertà non costituisce un impedimento.
Qui ad Atene noi facciamo così.
La libertà di cui godiamo si estende anche alla vita quotidiana; noi non siamo sospettosi l’uno dell’altro e non infastidiamo mai il nostro prossimo se al nostro prossimo piace vivere a modo suo.
Noi siamo liberi, liberi di vivere proprio come ci piace e tuttavia siamo sempre pronti a fronteggiare qualsiasi pericolo.
Un cittadino ateniese non trascura i pubblici affari quando attende alle proprie faccende private, ma soprattutto non si occupa dei pubblici affari per risolvere le sue questioni private.
Qui ad Atene noi facciamo così.
Ci è stato insegnato di rispettare i magistrati, e ci è stato insegnato anche di rispettare le leggi e di non dimenticare mai che dobbiamo proteggere coloro che ricevono offesa.
E ci è stato anche insegnato di rispettare quelle leggi non scritte che risiedono nell’universale sentimento di ciò che è giusto e di ciò che è buon senso.
Qui ad Atene noi facciamo così.
Un uomo che non si interessa allo Stato noi non lo consideriamo innocuo, ma inutile; e benchè in pochi siano in grado di dare vita ad una politica, beh tutti qui ad Atene siamo in grado di giudicarla.
Noi non consideriamo la discussione come un ostacolo sulla via della democrazia.
Noi crediamo che la felicità sia il frutto della libertà, ma la libertà sia solo il frutto del valore.
Insomma, io proclamo che Atene è la scuola dell’Ellade e che ogni ateniese cresce sviluppando in sé una felice versalità, la fiducia in se stesso, la prontezza a fronteggiare qualsiasi situazione ed è per questo che la nostra città è aperta al mondo e noi non cacciamo mai uno straniero.
Qui ad Atene noi facciamo così.
Pericle - Discorso agli Ateniesi, 461 a.C.
October 2nd, 2005 at 23:02
Avevo una insegnante di latino e greco un poco acritica su tutto quello che grosso modo risaliva a prima del 476 D.C. (era anche conservatrice montanelliana!).
La vita mi ha portato a studiare anche altre cose, ma una nostalgia mi viene sempre per quell’epoca dell’Umanità, che costituisce forse un miracolo (nostalgia anche per quell’epoca dei miei studi, anni settanta, e per quell’insegnante, al cui funerale ho almeno partecipato di recente).
Viene la pelle d’oca a pensare che un uomo appartenente ad una cultura del quinto secolo avanti Cristo abbia anche solo formulato queste cose, in un’epoca in cui nel Mondo ben più di oggi regnavano l’arbitrio, la schiavitù, la teocrazia, più del feudalesimo.
E poi mi vengono a dire che la democrazia ateniese aveva difetti e c’erano gli schiavi!
E noi oggi, dopo 2500 anni, non abbiamo qualche altro difettuccio? Proviamo a riflettere alla luce di questo discorso sulle urgenze dell’Italia berlusconiana……
Ciao a tutti (è il primo blog in cui scrivo). DP
April 8th, 2009 at 10:13
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June 10th, 2009 at 22:15
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